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LA FABBRICA DEGLI STEREOTIPI

LA FABBRICA DEGLI STEREOTIPI

L’avvento di internet e del digitale ci ha reso “tutti fotografi” ha permesso a tanti che prima di questa rivoluzione non sarebbero stati presi in considerazione, di sentirsi fotografi, autori di un numero inimmaginabile di immagini fruibili ovunque, una produzione inconsapevole e senza senso.
Si fotografa senza più studiare, c’è la proliferazione di una fotografia istintiva che è una sorta di analfabetismo diffuso. Impossibile scrivere bene se non conosci la grammatica!
Tutti convinti di essere creativi e fare foto speciali: nel web, nei social, nei contest, c’è sempre qualcuno che prende gli scatti delle sue vacanze troppo sul serio. Solo in una parte molto ridotta della fotografia che si vede oggi sul web si legge un progetto fotografico, un qualcosa che vale la pena di essere raccontato. Il più delle volte sembra di leggere soltanto una sorta di egocentrismo del fotografo: ho fatto una bella foto, quindi sono un bravo fotografo.
Ciò che manca oggi non è la tecnica, anzi di tecnica c’è né anche troppa, manca quanto fa della fotografia un sentimento, un valore, una necessità: il fatto di continuare a scattare senza farsi alcuna domanda non ha più niente a che vedere con la nascita e l’evoluzione della fotografia, quella fatta di luce, tempo, documento, racconto e volontà.
La quantità di immagini esistenti al giorno d’oggi è incalcolabile e la sua crescita, a causa della facilità con cui oggi ognuno di noi può scattare fotografie, è esponenziale: ma quante di queste immagini sono rilevanti? Poche!Una successione di scatti tutti, o quasi, concepiti e realizzati attraverso gli stessi identici stilemi, ormai diventati degli stereotipi talmente invasivi da risultare immediatamente riconoscibili e soffocanti. Colori gravidi e densissimi, forti contrasti, inquadrature fotocopia: parrebbe che la fotografia, soprattutto quella concepita per partecipare ai contest internazionali, non sia il prodotto di un pensiero, di uno sguardo, di un racconto, del desiderio di un autore di mettere a fuoco una storia e le vicende di esseri umani, ma semplicemente un’attività basata sulla elaborazione di immagini fondate su un concetto creativo performativo ed effettistico, dunque totalmente superficiale.
Il nostro immaginario è ormai saturo di inquadrature e soggetti che per questo diventano modelli per le nostre fotografie: è l’occhio che si abitua a certi tipi di composizione, e così, inconsapevolmente, produciamo immagini ripetitive, simili tra loro, immagini noiose.La verità è che parole come creatività, individualità, talento e originalità non si applicano facilmente in un mondo dove chiunque scatta fotografie. La fotografia ha un senso quando trova soggetti davvero originali, quando è la narrazione del mondo, la vera arte della fotocamera sta nello svelare qualcosa di nuovo, di personale, di rivelatorio.
Narrare rappresenta l’unico modo che l’essere umano possiede per far conoscere un accaduto e la via attraverso cui dare forma alla propria identità.
La narrazione non è mai il riportare fedele della realtà, in quanto la percezione di quest’ultima è soggetta all’interpretazione dell’osservatore. Ciò che è nella mia realtà è una selezione interpretativa della realtà. Non esiste una realtà universale ed un unico modo di percepirla; la realtà è relativa alla percezione che ognuno ha di essa e il suo significato è strettamente personale, sociale e culturale. Narrare rappresenta, quindi, un’operazione di consapevolezza in quanto equivale a costruire una propria visione di se stessi e del mondo: sono io come narratore che, nel momento in cui racconto qualcosa, opero una selezione, un’organizzazione del materiale disponibile.
La maggior parte dei fotoamatori pensa che la propria missione consista nel fotografare dei soggetti, ma quelli stanno lì, basta passare e fare clic. La fotografia è ben altro, è scoprire il lato oscuro del mondo, dare rappresentabilità alle emozioni, espandere l’immaginario e il sogno, e per far questo non occorre poi tanta tecnica, occorre soprattutto lavorare su se stessi, esercitarsi a pensare. Scegliere soggetto e momento, determinare consapevolmente l’emozione che l’immagine può trasmettere, dare significato alle cose. Questo è uno dei possibili approcci creativi alla fotografia, dell’uso di uno apparecchio fotografico che vada oltre alla piana documentazione. In questo modo la fotografia va ben oltre all’esercizio puramente tecnico, si propone come mezzo per penetrare al fondo delle cose, per enucleare quanto sfugge alla visione, per creare magiche sintesi del mondo. Per giungere a questa narrazione, processo attivo di produzione di senso, dobbiamo muoverci da quelle singole immagini che di per sé hanno memoria di suoni, voci, odori per avvicinarsi all’insieme delle fotografie, alla loro disposizione che genera racconti, nessi logici ed emotivi, ad un editing corretto sia nella scelta che nella sequenza che crea il movimento drammatico e narrativo.La morale è: se proprio volete scattare delle grandiose foto, non andate in crociera. Andate piuttosto in zone di guerra, o nell’appartamento dei vostri genitori.

Le fotografie:
Learning From the Nomads
Ladakh – India
© Ronald Patrick
Queste immagini si impongono subito per il loro essere “diverse” in quanto molto lontane da ciò che lo stereotipo turistico del Ladakh di norma propone. Niente colore, zero monasteri e monachelli, nessuna concessione al facile fascino dell’esotico. Il lavoro è un progetto personale sulla migrazione dei popoli, e si propone di rappresentare la migrazione in modo positivo, in quanto di norma, il termine "migrazione" è associato a sofferenza e tristezza, dimenticando che per migliaia e migliaia di anni è stata condizione normale per tutta l’umanità

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Saal Digital

SAAL DIGITAL
stampa digitale on-line

Saal Digital è una società tedesca che propone servizio di stampa on line, web www.saal-digital.it, con un'ampia serie di prodotti fotografici quali fotolibri, stampe fotografiche, fine art e stampe su supporti rigidi. Il sito ed il il software per la realizzazione e l'ordine delle stampe sono in italiano è di facile utilizzo, tempi di stampa e consegna decisamente rapidi. Uno dei problemi delle stampa on-line è la verifica della corrispondenza tra la visione a monitor e la resa in stampa dell'immagine, in modo molto professionale la Saal Digital fornisce a tale proposito profili ICC per ogni superfice di stampa per la prova colore in Photoshop o Lightroom, Ho testato il loro servizio di stampa ordinando una Gallery Print 50 x 75 cm: stampa diretta su panello in metacrilato di 2 mm accoppiato ad un pannello in Alluminio-Dibond di 3 mm, lavorazione alternativa e molto più economica che il più tradizionale “sandwich" tra la vera stampa su carta fotografica fotografica tra due lastre di metacrilato e di Dibond. Il risultato è pregevole e difficile da distinguere da una stampa su carta fotografica, con buona resa cromatica e elevata definizione. L'unica nota negativa è relativa al telaio distanziatore in alluminio applicato al retro del pannello che risulta essere di dimensioni decisamente troppo piccole e potrebbe dare qualche problema per appenderlo a muro. L'imballaggio del pannello è più che accurato e la superfice di metacrilato lucido è opportunamente protetta da una
pellicola da rimuovere prima di appenderlo a muro. In conclusione considerato il rapporto qualità prezzo non posso che consigliare Saal Digital

per informazioni www.saal-digital.it

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DIGITAL TOUCH

DIGITAL TOUCH
stampa digitale on-line

PROVE DI STAMPA PER MOSTRA A MILANO - Rindi Art Mostre d'Arte - DIGITAL TOUCH Verona
Stampe su pannelli Dbond 50x75. Buona la qualità di stampa, resa neutra del B&W per un rapporto qualità / prezzo ineccepibile. Un servizio di stampa digitale on-line, personalizzato e con pochi prodotti essenziali ma qualitativamente curati. Possibile contattarli per info e preventivi su formati o materiali non presenti nel loro e-shop.

Per informazioni www.d-touch.it

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PERCHE' CALIBRARE E PROFILARE UN MONITOR

Perché calibrare e profilare un monitor

Bentornati!
Subito un chiarimento: non voglio qui addentrarmi in quella tecnologia molto complessa che è la gestione digitale del colore. E’ un argomento molto complesso che prevede studio e applicazione. Se volete approfondire cercate il web di Mauro Boscarol e auguri!!! Il mio intento qui è di chiarire le nozioni elementari, per una gestione base del processo che porta dalla ripresa fotografica alla stampa dell’immagine in modo accettabile! Niente di iper professionale e tanto meno rivolto a studi fotografici o a chi “lavora” nel campo delle arti grafiche. Questo testo vuole essere uno spunto semplice e ragionato che vi permetta di realizzare delle immagini in modo tale che possano essere fruite, stampa & visualizzazione, in modo certo da tutti.

Abbiamo acquistato un buon monitor con caratteristiche idonee all’uso fotografico, che più o meno ha le seguenti cartatteristiche:
Pannello IPS con retroilluminazione rgb led
Wide gamut con impostazioni Adobe RGB e sRGB.
Risoluzione nativa di almeno 1920 x 1200 pixel
Superfice dello schermo opaca antiriflesso
Ingressi HDMI - DVI meglio con Displayport
Angolo di visuale superiore ai 175°
Luminosità non inferiore a 300cd/m2
Contrasto non eccessivo, un valore di 1.000:1 è corretto

Tutto bene, ma il nostro nuovo monitor appena tolto dall’imballo ci permetterà di visualizzare in modo corretto la nostra immagine? In pratica vi sarete accorti che spesso se visualizziamo la stessa immagine su monitor diversi la vediamo con colori diversi, ed ancora che se stampiamo l’immagine questa è diversa da come la visualizziamo: un problema nostro o del laboratorio di stampa? Ora per spiegare questo si dovrebbe fare una lunga digressione in merito alla gestione del colore. Cosa complicata la gestione del colore, potremmo definirla come una procedura di gestione delle immagini digitali che consente di mantenere le loro caratteristiche di colore su qualunque periferica di visualizzazione, che siano monitor o stampanti.

In pratica la gestione del colore consiste nel coordinare opportunamente ogni periferica, fotocamera, scanner, monitor, stampante, in modo tale che tutte “parlino la stessa lingua”. Per fare questo deve essere determinato il cosiddetto “profilo di colore” di ogni periferica in modo che siano certe le sue caratteristiche cromatiche: portare la periferica da uno stato non conosciuto, quello di acquisto, ad uno stato di arrivo scelto da noi, noto e descritto numericamente.

Ogni periferica ha un proprio profilo (due differenti monitor, stesso produttore e stesso modello, avranno profilo diverso) cosa che determina la necessità di una decodifica dei colori. I Profili in questione vengono chiamati ICC e sono l’elenco di caratteristiche di ogni periferica, normalmente i monitor vengono forniti con un profilo generico che va calibrato per l’uso in fotografia. Profilare un monitor consente di creare e memorizzare un profilo ICC processo che avviene attraverso tre operazioni: la calibrazione; la caratterizzazione; la profilazione. Risultato finale di questo processo è la creazione del profilo del monitor.

Otterremo così un processo certo: ad ogni immagine prodotta da una fotocamera digitale viene associato un profilo colore, quando l'immagine viene inviata ad un monitor o ad una stampante il sistema di gestione di colore provvede alla conversione di colore tra il profilo dell'immagine e il profilo della periferica di uscita in modo che le caratteristiche colorimetriche dei colori di ingresso corrispondano alle caratteristiche colorimetriche della periferica di uscita. In questo modo i colori originali e quelli dell'immagine stampata o visualizzata corrispondono. Non è chiaro tutto ciò?

Un esempio: la vostra bellissima immagine, post prodotta con tanta cura sul vostro monitor, mandata ad un buon laboratorio di stampa vi ritorna stampata con una fastidiosa dominante di colore verde, mentre sul monitor del vostro amico e compagno di uscite fotografiche la vedete con una dominante rossastra. Cosa può essere successo? Ad esempio che il vostro monitor, pur essendo buono, non è calibrato ed ha una dominante rossa (è troppo rosso). Voi operate in post produzione togliendo del rosso che in realtà non c’è, di fatto aggiungendo il verde che troverete nella stampa che vi restituisce il laboratorio. E il monitor del vostro amico? Semplicemente ha una dominante rossa più forte del vostro monitor per cui anche se voi avete già tolto molto rosso, qui è ancora di troppo.

Per visualizzare correttamente su 2 monitor diversi la stessa immagine, si deve gestire il profilo del monitor (ottenuto con la calibrazione) rispetto allo spazio colore dell’immagine. Per stampare correttamente una immagine si deve gestire lo spazio colore dell’immagine rispetto a quello della stampante (anche le stampanti vanno calibrate). Un singolo pezzo di questo processo, la calibrazione del vostro monitor, non garantisce che la vostra immagine sarà vista in modo adeguato sul monitor del vostro amico: anche lui deve aver calibrato il suo monitor. Stessa cosa per la stampante del laboratorio, ma qui salvo che sia un laboratorio veramente pessimo, potremmo anche stare tranquilli, un minimo di cura ci sarà, è il loro lavoro! Diciamo che se voglio risultati di stampa eccellenti dovrò riferirmi a dei laboratori che non facciano misteri in merito al loro processo di gestione del colore.

Alla fine il solo profilo del vostro monitor non risolve il problema, ma vi garantisce che altri soggetti che abbiano correttamente operato la gestione del colore delle loro periferiche possano visualizzare / stampare in modo corretto la vostra immagine. Ad esempio chi valuta le immagini di un prestigioso contest fotografico avrà sicuramente un monitor calibrato, stessa cosa dicasi di un ottimo laboratorio di stampa. È l’incastro di tutti questi pezzi che crea il risultato finale: la corrispondenza dei colori.

Ok mi hai convito! Ma adesso chi fa tutto questo lavoro di calibrazione, caratterizzazione e profilazione del monitor? Tranquilli tutto il lavoro viene eseguito dal software che vi viene venduto con lo strumento di misura (un colorimetro o uno spettrofotometro). I monitor espressamente dedicati alla fotografia hanno in dotazione un loro software che è compatibile con una serie di strumenti di misura: ovviamente questa è la scelta migliore. Voi lanciate il software che controlla lo strumento di misura da cui riceve i dati che vengono sottoposti ad elaborazione. Il software calibra il monitor “scrivendo” gli opportuni dati in 3 tabelle chiamate LUT (lookup table una per ogni colore primario RGB) della scheda video oppure direttamente sulle LUT del monitor, se quest’ultimo ne è provvisto.

Requisito primario perché sia possibile calibrare il vostro monitor è che siano accessibili e caricabili, dalla vostra scheda grafica o dal monitor stesso, le tre LUT. Per i computer Mac con sistema operativo OS X sono sempre disponibili tre (o una) LUT caricabili, per Windows non è sempre così, nel senso che non tutte le schede video dispongono di una o meglio tre LUT caricabili. Una semplice verifica della vostra scheda grafica ( presenza di LUT caricabili) può essere fatta con questa utility gratuita di X-Rite: Calibration LUT Tester

Ovvio che l’acquisto di un monitor con proprie LUT accessibili e caricabili è la soluzione migliore. In questo caso le LUT della scheda video non vengono usate, vengono usate quelle del monitor e il monitor rimane sempre calibrato su qualsiasi computer venga usato.

Una considerazione a parte per i notebook economici: tipicamente, hanno una sola LUT cosa che rende la calibrazione del monitor del notebook poco precisa. Su macchine di questo tipo non è possibile avere 3 curve di regolazione, una per ognuno dei tre colori primari RGB. Detto questo e considerato che i monitor dei portatili hanno un gamut molto ristretto e un angolo di visione limitato, si capisce come il monitor di un portatile non sia adatto all’uso fotografico. Scelta obbligata è connettere al vostro notebook un monitor con con proprie LUT accessibili e caricabili.

Quale hardware per calibrare il vostro monitor? Considerate che c’è un’ampia fascia di prodotti dedicati alla calibrazione dei monitor, da meno di 100 a più di 1000 euro . La scelta è in funzione della precisione da voi attesa e dal monitor che dovete calibrare: ovviamente un monitor di qualità media non diventa un super monitor una volta calibrato!
Qui di seguito vi lascio alcuni link a pagine web su cui potrete visionare i principali prodotti per la calibrazione dei monitor e nel caso fare il vostro acquisto

Colormunki
i1-solutions
Spyder
Apromastore
Colorconfidence


Vuoi altre informazioni in merito? Scrivimi, per saperne di più spensotti@alice.it

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Calibration__LUT_Tester.zip (0.89 MB)

MONITOR "FOTOGRAFICO" A MENO DI 300 EURO?

Monitor "fotografico" a meno di 300 Euro?
Ora è possibile!!!


Che la rivoluzione digitale abbia dato nuova vita alla fotografia è cosa certa. Tutti fotografi, e la maggior parte di questi fotografi investe migliaia di euro nell’attrezzatura inseguendo le nuove incalzanti proposte dei produttori. La cosa strana è che l’attenzione è per lo più focalizzata su corpi macchina e ottiche dimenticando ad esempio che il monitor, su cui guardare e post produrre le immagini è componente altrettanto essenziale. Senza monitor non vedremmo le immagini e comunque procedere alla loro post produzione utilizzando il monitor lucido di un notebook economico equivale a rovinare le immagini, non a migliorarle. Fermi tutti ho detto “un notebook economico”, non parlo di “Ultrabook” che sono assolutamente adeguati per prestazioni e con uno schermo che in questa fascia di prodotti è sempre ottimo e con tecnologia IPS. Ma gli ultrabook costano, due esempi DELL XPS 9350 e ASUS ZenBook UX303UB entrambi sopra i 1000 Euro. Se poi pensiamo ai prodottini della “mela” avremo il meglio: Mac Book Pro 13”, è il massimo anche per costo, sopra i 1500 Euro. Potremmo dire che da quando il digitale ha preso il sopravvento, l’elemento chiave di tutta la catena è proprio il monitor che permette alle fotografie di prendere vita e di essere prima modificate e poi stampate, pubblicate su internet o semplicemente salvate in archivio. Detto questo molti mi diranno che un monitor professionale per arti grafiche adatto al foto editing è troppo costoso, ma forse oggi non è più vero questo! Non è il caso di sognare ad esempio di lavorare con un monitor quale l’Eizo CG247 1500 Euro di monitor con calibrazione hardware incorporata. La diffusione dei pannelli con tecnologia IPS ha portato alla realizzazione da parte di diversi produttori di un numero sempre più crescente di monitor più o meno professionali caratterizzati da prestazioni elevate per il foto editing ad un prezzo pari alla metà dell’Eizo CG247 Detto che scegliere un monitor per il foto ritocco può rivelarsi una decisione non così semplice, vediamo quali sono le caratteristiche essenziali e quali le possibili proposte sotto i 1000 Euro. Le caratteristiche per un buon monitor per uso fotografico prevedono l’uso di un pannello lcd con tecnologia IPS invece che quella TN tipica dei modelli economici per uso più generale. Altra caratteristica è l’uso di una elettronica che permetta di gestire i parametri di luminosità, contrasto e resa cromatica del pannello lcd. Parametri sicuramente essenziali sono un ampio angolo di visione (170° minimo), la qualità immagine complessiva e l’uniformità del pannello: al centro, bordi, angoli, destra, sinistra. E ancora l'ampiezza del gamut, cioè la capacità di riprodurre correttamente uno spazio di colore. Concetto quest’ultimo molto complesso che potremmo semplificare in altro modo, in pratica tipicamente per usi fotografici la capacità di riprodurre più o meno interamente la gamma dei colori compresi nello spazio colore sRGB ed in quello Adobe RGB. Ultimo ma importante parametro il rapporto qualità/prezzo. Detto questo il mio consiglio va per la seguente serie di monitor, 24 e 27 pollici, a molto meno di 1000 Euro:

DELL UltraSharp U2410 – 24” – 180 Euro circa
Un modello del 2010 che vantava invidiabili caratteristiche quali la copertura 96% Adobe RGB 100 % sRGB. In italia difficile da trovare ora, ma se siete fortunati ….. fate un affare!

DELL UltraSharp U2412M - 24" - 260 Euro
Un monitor dall'ottimo rapporto qualita' prezzo. Ottimi colori e ottima incisione, ha una copertura 74.3% Adobe RGB, 95.8% sRGB.

DELL UltraSharp U2515H - 25" – 310 Euro
Più recente del U2412M e simile per prestazioni

ASUS PA248Q LCD – 24” - 370 Euro
Asus dichiara il 100% di copertura RGB Adobe ed ha pannello IPS Pre-calibrato in fabbrica. Supporta sia la Gamma 2.2 per PC che la Gamma 1.8 per Mac

HP Z24X LCD - 24" - 500 Euro
Una economica alternativa ai monitor super professionali che possono costare più di 1500 euro. A un costo decisamente inferiore avete una qualità d'immagine superiore, un'accuratezza di colore e software di calibrazione. Copertura 100% sRGB, 99% Adobe RGB,

EIZO CS2420 - 24 " – 720 Euro
Con questo monitor 24" entriamo nella fascia “professionale”. Se volete a tutti i costi il nome Eizo il CS2420 è il monitor entry level della serie ColorEdge con pannello IPS (Wide Gamut) e con copertura del 99 % dello spazio cromatico AdobeRGB. Monta Micro processore Digital Uniformity Equalizer per una perfetta omogeneità su tutto lo schermo. Calibrazione hardware con il super efficente software EIZO Color Navigator compreso nel prezzo d'acquisto e colorimetro da acquistare come accessorio a parte. Altro accessorio indispensabile palpebra luce a circa 150 euro.

BENQ SW2700PT - 27" – 700Euro
Saliamo di dimensioni e troviamo un 27" con copertura 99% Adobe RGB, 100% sRGB. Dotato di calibrazione certificata di fabbrica. Compreso nel prezzo palpebra antiriflessi consigliatissima per uso fotografico e software per la calibrazione profilazione. Peccato che il controllo di qualità dei pannelli latita per cui si riscontrano molti esemplari che non vanno affatto bene e prima di trovare l'esemplare perfetto se ne cambiano 2 o 3.

ASUS PA279Q - 27" – Euro 750
Precalibrato in fabbrica per una maggiore accuratezza del colore, copre il 99% Adobe RGB e 100% sRGB. Palpebra da acquistare come accessorio a parte.

BENQ PG2401PT - 24" - 995 Euro
Schermo professionale certificato per l'industria e stampa professionale, accuratezza e prestazioni difficili da battere. Copertura 99% Adobe RGB, 100% sRGB. Compreso nel prezzo palpebra antiriflessi consigliatissima per uso fotografico e software per la calibrazione profilazione

EIZO CX241-BK – 24” – 960 Euro
Semiprofessionale da Eizo, copertura 98% AdobeRGB e 100% sRGB, Se volete di più di questo Eizo troverete solo monitor professionali ad un prezzo più alto del 40%. Palpebra da acquistare come accessorio a parte.

NB: Nelle immagini monitor & ultrabook nell'ordine in cui sono citati nel testo.

Ultima cosa:
più il monitor è buono e più è raccomandato l’acquisto di hardware & software di misurazione per Calibrare e profilare il monitor. Ne scriverò a breve.

Vuoi altre informazioni in merito? Scrivimi, per saperne di più spensotti@alice.it


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STAMPIAMOLE A 16 BIT!

Stampiamole a 16 bit!
Comunque sia la tua fotografia “esiste” solo se la stampi

Rivoluzione digitale? Si ma per la “fotografia” anche no, grazie, nel senso che a prescindere da fase di acquisizione, postproduzione e stampa, alla fine devo avere qualche cosa in mano, di “materico” per dire BUONA QUESTA FOTOGRAFIA! Voglio dire che i commenti tipo "che nitidezza – che gamma tonale – che ottica usi” alle vostre immagini sul web personale o su FB non hanno alcun senso! Non sé possibile giudicare la qualità di una immagine in formato web, a meno che non sia accompagnata da un file scaricabile al 100%, cioè alla risoluzione nativa. E’ per tale motivo che nei contest internazionali si scremano le opere partecipanti sui file Low Res on line, per poi richiedere il file originale 300dpi in profilo colore formato Tiff o Jpg a massima qualità per la valutazione finale! Sul web vedrete sempre e solo immagini in bassa risoluzione, cosa che ovviamente annulla le differenze tra le lenti di qualità e quelle economiche, addirittura tra una foto mossa e una nitida. Sul web scordatevi le fini nuance di colore, il profilo sarà sRGB tipico del web. Cosa sconosciuta questa, a mio parere, al 90% di quanti fotografano e non hanno mai stampato le loro immagini. Ma anche a chi stampa sui service online, quelli economici, forse anche a chi stampa in proprio: credo che molti di questi non abbiano precise cognizioni in merito a bit, dpi, ICC, sharpening per stampa, profili carta & pigmenti …. Quindi? Se voglio stampare delle immagini alla massima qualità possibile? Come procedo? Per avere la massima qualità di stampa operate nel seguente modo:

Acquisizione, scatto, con file raw 14 bit in macchina
Full raw massima qualità, dimenticarsi i raw small o simili
Raw aperto a 16 bit
File lavorato "correttamente" a 16 bit: workflow certo e lavoro fatto da persona "esperta". Non basta essere smanettoni autodidatti che da 1 o 2 anni hanno scoperto la fotografia. Serve persona che abbia cultura fotografica, formazione, letto libri, fatto corsi, visto analizzato e compreso stampe originali e professionali. Ed abbia anni di pratica nel campo della postproduzione fotografica. Non è un problema di plug-in e filtri miracolosi, si deve essere in grado di pre-visualizzare l’immagine finale, contrasto, resa cromatica, saturazione….
File salvato e/o esportato a 16 bit in Tiff o Pds a secondo abitudini caso e uso
Preparare l’immagine nel formato di stampa definitivo. Se avete dei dubbi o non conoscete le procedure esatte su come ricampionare un’immagine ... dubito otterette grandi risultati
Utilizzare lo spazio colore originale, senza fare conversioni

A questo punto possiamo e vogliamo stampare..... 3 casi ...circa

1) stampa in casa / facciamo noi

2) stampa presso service di stampa, laboratori di stampa convenzionali + o meno competenti

3) stampa presso stampatore Fine-Art che opera con workflow certo e documentabile con sistemi hardware professionali correttamente funzionanti e profilati per l’uso specifico, con inchiostri originali a pigmento, carte certificate, per l’esclusivo uso nel mondo delle Gallerie d’Arte, musei e Collezionisti. Facciamo un nome Roberto Berne, dico di lui perchè è un caro amico nonchè per il fatto di stampare da lui :-) Per non fare torto a nessuno citiamo anche Spazio81, ma ci sono anche molti altri seri professionisti della stampa fotografica.

Nel caso 1 a meno di non avere "esperienza certa" come stampatore i risultati saranno molto ma molto incerti. In ogni caso per stampe fotografica di buona qualità indispensabile una stampante professionale a 8 o più colori come le professionali di Epson e Canon leaders in questo settore. in particolar Epson oltre all’indubbio standard qualitativo ha ideato il sistema Digigraphie che si avvale di una stampante professionale della serie Epson Stylus Pro, inchiostri a pigmenti certificati e supporti, carte, Fine Art certificate. Se volete il massimo, stampa a 16 bit serve una stampate di alta fascia e molto di quanto citato per il caso 3 Ad esempio una stampante tipo Epson Stylus Pro 4900 prezzo circa 2500 Euro. Se non avete nulla di tutto ciò, nemmeno una media esperienza, lasciate perdere i 16 bit ....... e forse anche il tiff il psd e il jpg. Fate stampare ad altri.

Nel caso 2 considerate che spesso i laboratori non rispettano i profili colore che assegniamo alle immagini, modificandone irrimediabilmente la resa cromatica. Questo vale per immagini a 16 o a 8bit… pretendete SEMPRE che chi stampa rispetti i vostri profili o (ancor meglio e più semplice) informatevi sui profili colore in uso dallo satmpatore e correggete le immagini in base a quel profilo. Dovrete, meglio, fare delle stampe di prova dei crop parziali dell’immagine, in pratica dei provini come si faceva in camera oscura, e quando certi dei risultati attesi mandare in stampa la vostra immagine. Comunque dovete saper bene cosa volete, cosa chiedere e certi che vi comprendano

Nel caso n 3 avrete il massimo se preparate il vostro file immagine con le seguenti caratteristiche:
Immagine nel formato di stampa definitivo. Se avete dei dubbi o non conoscete le procedure esatte su come ricampionare un’immagine non fate nulla, rischiate di fare danni. Chiederete allo stampatore di portarla alla risoluzione ideale per la stampa
Utilizzate lo spazio colore utilizzato in fase di postproduzione dell’immagine, meglio ProPhoto o in alternativa Adobe RGB, ma non fate conversioni (tipo file origine Adobe RGB convertito in ProPhoto)
Se disponete di un file a 16 bit usate questo, altrimenti anche a 8 bit, ma assolutamente no alla conversione di un file 8 bit in 16 bit.
Fornite il file nel formato TIF o PSD, senza livelli.
Siate disponibili a pagare almeno 30 euro per una stampa 30x40 (che è il minimo formato per fare vere valutazioni in merito alla qualità), e Bernè & Co potranno stampare i vostri file utilizzando stampanti carte ed inchiostri certificati per i 16 bit. Ma come mi dice il buon Bernè: poi la differenza 8 o 16 bit, per vederla, bisogna essere dei manici, ed il file di partenza deve essere una "fotografia" non dei bit a cazzo .........

ROBERTO BERNE
Il suo laboratorio di stampa professionale è al servizio di fotografi, gallerie d’arte e musei, ha lavorato per MIA Milan Image Art Fair, Fotografia Europea, Museo Alinari, Mario Cresci e molti altri. Ma forse vale un nome per tutti, probabilmente quello universalmente conosciuto Steve McCurry

Adesso a voi valutare se la vostra fotografia merita o meno le cure a 16 bit, ma in ogni caso stampatela!


Vuoi altre informazioni in merito? Scrivimi, per saperne di più spensotti@alice.it

IL COLORE AL TEMPO DEL DIGITALE

INDAGINE SEMISERIA DEL FOTOGRAFO POSMODERNO
ovvero della fotografia nell'epoca dell'editing perfetto

..... ora se consideriamo che once upon a time era si possibile ragionare sul
colore Kodakrom, la resa Velvia, la morbidità della Provia,
l'ardire del cross processing, ma che comunque c'era poco da inventare
in merito alla resa cromatica, appare evidente che nell'epoca di pixel,
di Photoshop, di Aperture, le possibilità sono infinite,
tante quanto sono le gocce nel Mar dei Sargassi.
Fino ad oggi ho inseguito la resa della fidata Velvia, astenendomi dalla
sperimentazione che vedo andare a 360° tutto attorno. Ma prima o poi
il dubbio ti assale e allora ti chiedi "ma è proprio bene così?"
O si deve innovare??????
Mi sono violentato e ci ho provato ed ora vengo a voi a chiedervi:
"Come la vedete voi? meglio l'esperimento n°1 o preferite quello n° 2?"
Stupida domanda ma chissà che non ci sia un senso in tutto ciò.
Io mi impegnerò a capire il vostro punto di vista ed argomentare con voi
alla ricerca della resa cromatica "efficace"
Voi, con i vostri commenti, potreste guadagnarvi una copia del volume
Tibet Orientale, Viaggiatori nell'Oriente ignoto
che spedirò all'autore del commento più arguto.
E allora lettore se sei arrivato sin qui clicca "e-mail" e illustrami
il tuo punto di vista!
Perchè no, val la pena provare .....


scrivimi e fammi sapere il tuo punto di vista alla mail spensotti@alice.it


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