PERCHE' CALIBRARE E PROFILARE UN MONITOR
date » 09-08-2016 15:46
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Perché calibrare e profilare un monitor
Bentornati!
Subito un chiarimento: non voglio qui addentrarmi in quella tecnologia molto complessa che è la gestione digitale del colore. E’ un argomento molto complesso che prevede studio e applicazione. Se volete approfondire cercate il web di Mauro Boscarol e auguri!!! Il mio intento qui è di chiarire le nozioni elementari, per una gestione base del processo che porta dalla ripresa fotografica alla stampa dell’immagine in modo accettabile! Niente di iper professionale e tanto meno rivolto a studi fotografici o a chi “lavora” nel campo delle arti grafiche. Questo testo vuole essere uno spunto semplice e ragionato che vi permetta di realizzare delle immagini in modo tale che possano essere fruite, stampa & visualizzazione, in modo certo da tutti.
Abbiamo acquistato un buon monitor con caratteristiche idonee all’uso fotografico, che più o meno ha le seguenti cartatteristiche:
Pannello IPS con retroilluminazione rgb led
Wide gamut con impostazioni Adobe RGB e sRGB.
Risoluzione nativa di almeno 1920 x 1200 pixel
Superfice dello schermo opaca antiriflesso
Ingressi HDMI - DVI meglio con Displayport
Angolo di visuale superiore ai 175°
Luminosità non inferiore a 300cd/m2
Contrasto non eccessivo, un valore di 1.000:1 è corretto
Tutto bene, ma il nostro nuovo monitor appena tolto dall’imballo ci permetterà di visualizzare in modo corretto la nostra immagine? In pratica vi sarete accorti che spesso se visualizziamo la stessa immagine su monitor diversi la vediamo con colori diversi, ed ancora che se stampiamo l’immagine questa è diversa da come la visualizziamo: un problema nostro o del laboratorio di stampa? Ora per spiegare questo si dovrebbe fare una lunga digressione in merito alla gestione del colore. Cosa complicata la gestione del colore, potremmo definirla come una procedura di gestione delle immagini digitali che consente di mantenere le loro caratteristiche di colore su qualunque periferica di visualizzazione, che siano monitor o stampanti.
In pratica la gestione del colore consiste nel coordinare opportunamente ogni periferica, fotocamera, scanner, monitor, stampante, in modo tale che tutte “parlino la stessa lingua”. Per fare questo deve essere determinato il cosiddetto “profilo di colore” di ogni periferica in modo che siano certe le sue caratteristiche cromatiche: portare la periferica da uno stato non conosciuto, quello di acquisto, ad uno stato di arrivo scelto da noi, noto e descritto numericamente.
Ogni periferica ha un proprio profilo (due differenti monitor, stesso produttore e stesso modello, avranno profilo diverso) cosa che determina la necessità di una decodifica dei colori. I Profili in questione vengono chiamati ICC e sono l’elenco di caratteristiche di ogni periferica, normalmente i monitor vengono forniti con un profilo generico che va calibrato per l’uso in fotografia. Profilare un monitor consente di creare e memorizzare un profilo ICC processo che avviene attraverso tre operazioni: la calibrazione; la caratterizzazione; la profilazione. Risultato finale di questo processo è la creazione del profilo del monitor.
Otterremo così un processo certo: ad ogni immagine prodotta da una fotocamera digitale viene associato un profilo colore, quando l'immagine viene inviata ad un monitor o ad una stampante il sistema di gestione di colore provvede alla conversione di colore tra il profilo dell'immagine e il profilo della periferica di uscita in modo che le caratteristiche colorimetriche dei colori di ingresso corrispondano alle caratteristiche colorimetriche della periferica di uscita. In questo modo i colori originali e quelli dell'immagine stampata o visualizzata corrispondono. Non è chiaro tutto ciò?
Un esempio: la vostra bellissima immagine, post prodotta con tanta cura sul vostro monitor, mandata ad un buon laboratorio di stampa vi ritorna stampata con una fastidiosa dominante di colore verde, mentre sul monitor del vostro amico e compagno di uscite fotografiche la vedete con una dominante rossastra. Cosa può essere successo? Ad esempio che il vostro monitor, pur essendo buono, non è calibrato ed ha una dominante rossa (è troppo rosso). Voi operate in post produzione togliendo del rosso che in realtà non c’è, di fatto aggiungendo il verde che troverete nella stampa che vi restituisce il laboratorio. E il monitor del vostro amico? Semplicemente ha una dominante rossa più forte del vostro monitor per cui anche se voi avete già tolto molto rosso, qui è ancora di troppo.
Per visualizzare correttamente su 2 monitor diversi la stessa immagine, si deve gestire il profilo del monitor (ottenuto con la calibrazione) rispetto allo spazio colore dell’immagine. Per stampare correttamente una immagine si deve gestire lo spazio colore dell’immagine rispetto a quello della stampante (anche le stampanti vanno calibrate). Un singolo pezzo di questo processo, la calibrazione del vostro monitor, non garantisce che la vostra immagine sarà vista in modo adeguato sul monitor del vostro amico: anche lui deve aver calibrato il suo monitor. Stessa cosa per la stampante del laboratorio, ma qui salvo che sia un laboratorio veramente pessimo, potremmo anche stare tranquilli, un minimo di cura ci sarà, è il loro lavoro! Diciamo che se voglio risultati di stampa eccellenti dovrò riferirmi a dei laboratori che non facciano misteri in merito al loro processo di gestione del colore.
Alla fine il solo profilo del vostro monitor non risolve il problema, ma vi garantisce che altri soggetti che abbiano correttamente operato la gestione del colore delle loro periferiche possano visualizzare / stampare in modo corretto la vostra immagine. Ad esempio chi valuta le immagini di un prestigioso contest fotografico avrà sicuramente un monitor calibrato, stessa cosa dicasi di un ottimo laboratorio di stampa. È l’incastro di tutti questi pezzi che crea il risultato finale: la corrispondenza dei colori.
Ok mi hai convito! Ma adesso chi fa tutto questo lavoro di calibrazione, caratterizzazione e profilazione del monitor? Tranquilli tutto il lavoro viene eseguito dal software che vi viene venduto con lo strumento di misura (un colorimetro o uno spettrofotometro). I monitor espressamente dedicati alla fotografia hanno in dotazione un loro software che è compatibile con una serie di strumenti di misura: ovviamente questa è la scelta migliore. Voi lanciate il software che controlla lo strumento di misura da cui riceve i dati che vengono sottoposti ad elaborazione. Il software calibra il monitor “scrivendo” gli opportuni dati in 3 tabelle chiamate LUT (lookup table una per ogni colore primario RGB) della scheda video oppure direttamente sulle LUT del monitor, se quest’ultimo ne è provvisto.
Requisito primario perché sia possibile calibrare il vostro monitor è che siano accessibili e caricabili, dalla vostra scheda grafica o dal monitor stesso, le tre LUT. Per i computer Mac con sistema operativo OS X sono sempre disponibili tre (o una) LUT caricabili, per Windows non è sempre così, nel senso che non tutte le schede video dispongono di una o meglio tre LUT caricabili. Una semplice verifica della vostra scheda grafica ( presenza di LUT caricabili) può essere fatta con questa utility gratuita di X-Rite: Calibration LUT Tester
Ovvio che l’acquisto di un monitor con proprie LUT accessibili e caricabili è la soluzione migliore. In questo caso le LUT della scheda video non vengono usate, vengono usate quelle del monitor e il monitor rimane sempre calibrato su qualsiasi computer venga usato.
Una considerazione a parte per i notebook economici: tipicamente, hanno una sola LUT cosa che rende la calibrazione del monitor del notebook poco precisa. Su macchine di questo tipo non è possibile avere 3 curve di regolazione, una per ognuno dei tre colori primari RGB. Detto questo e considerato che i monitor dei portatili hanno un gamut molto ristretto e un angolo di visione limitato, si capisce come il monitor di un portatile non sia adatto all’uso fotografico. Scelta obbligata è connettere al vostro notebook un monitor con con proprie LUT accessibili e caricabili.
Quale hardware per calibrare il vostro monitor? Considerate che c’è un’ampia fascia di prodotti dedicati alla calibrazione dei monitor, da meno di 100 a più di 1000 euro . La scelta è in funzione della precisione da voi attesa e dal monitor che dovete calibrare: ovviamente un monitor di qualità media non diventa un super monitor una volta calibrato!
Qui di seguito vi lascio alcuni link a pagine web su cui potrete visionare i principali prodotti per la calibrazione dei monitor e nel caso fare il vostro acquisto
Colormunki
i1-solutions
Spyder
Apromastore
Colorconfidence
Vuoi altre informazioni in merito? Scrivimi, per saperne di più spensotti@alice.it
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Calibration__LUT_Tester.zip (0.89 MB)